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Acido lattico dopo la pausa estiva

acido lattico

Fare fatica a rientrare in pista dopo le vacanze è un classico, al lavoro come nello sport, e lo sanno anche i nostri muscoli che reagiscono con il fatidico indolenzimento che, come tutti gli sportivi sanno è da attribuire alla formazione di acido lattico.

Eppure siamo sportivi provetti, non abbiamo abbracciato il dolce far niente quest’estate ma ci siamo mantenuti attivi, magari nuotando al mare o con passeggiate lungo mare o in montagna o forse con un po’ di balli latini nel villaggio turistico che ha complottato tutto il tempo contro la comparsa del senso di pigrizia. Non importa, al rientro ci sentiamo più stanchi quando riprendiamo il nostro sport di sempre, la resistenza vacilla ed infine quel dolore muscolare che sembrava ci fossimo lasciati alle spalle con la sedentarietà subentra nuovamente.

No, non siamo al giro di boa, che segna il declino della nostra performance sportiva, semplicemente abbiamo abbandonato la nostra fitness routine: ci siamo esercitati in nuove attività sportive abbandonando per un periodo limitato quelle usuali, praticate nella nostra palestra, perchè sappiamo che da quella gara di tiro con l’arco dipendeva la nostra socialità nel villaggio vacanziero e, in tal caso, accantonare la partita di calcetto per un po’ ed improvvisarci arcieri, ci è sembrato, tutto sommato, ragionevole.

Inoltre, seppur non siamo sprofondati nella sedentarietà, la frequenza e il ritmo con cui abbiamo fatto attività fisica in vacanza, probabilmente, non può essere paragonata a quella scandita dal nostro corso fitness preferito che è un incentivo ad allenarci costantemente.

Questi due aspetti, frequenza dell’attività fisica e cambio di modelli di allenamento, sono ambedue responsabili della ricomparsa dell’acido lattico.

Ricomparsa dell’acido lattico

Quando ricompare l’acido lattico? Dopo uno sforzo muscolare intenso, con le contrazioni prolungate del muscolo viene meno l’ossigeno che apporta energia al movimento e il muscolo si trova di fronte la barriera della soglia anaerobica, alla quale si arriva ad una produzione di acido lattico maggiore di quella che il nostro corpo riesce a smaltire. Dove va a finire? Resta nel nostro corpo come scoria finchè non viene eliminata attraverso il fegato. Dunque l’acido lattico si forma normalmente dall’esercizio fisico ma è il suo accumulo che indolenzisce e non ci permette di andare oltre un certo livello di fatica e quindi anche di preparazione atletica.

Vincerlo è quindi l’obiettivo che ci poniamo anche perchè il bruciore, principalmente alle gambe, non ci permette di svolgere le normali attività quotidiane con scioltezza.

Come smaltire l’acido lattico

  1. Un bagno caldo dopo l’attività fisica aiuterà a riprendere la sensazione di benessere corporeo, a distendere la muscolatura e a sciogliere le articolazioni grazie ad un maggiore apporto di flusso sanguigno nelle zone indolenzite. E’ possibile sciogliere in acqua due cucchiaini di bicarbonato o degli aghi di rosmarino che aumentano i benefici. Anche sciogliere del sale grosso da cucina aiuta il recupero muscolare sempre per effetto del rilassamento.
  2. Crioterapia. Immergersi in una vasca di acqua e ghiaccio è solitamente preferito dagli atleti che tra una gara e l’altra utilizzano questo sistema per eliminare le tossine e tonificare i muscoli. Gli impacchi di ghiaccio da usare per un sollievo di qualche minuto, alternandoli a delle pause, sono da preferire dopo la comparsa dell’acido lattico.
  3. Bere acqua. Bere è sempre un efficacissimo rimedio per eliminare le scorie, tra cui l’acido lattico in eccedenza.
  4. Frutta a base di potassio. Dopo l’allenamento è meglio consumare frutta come banane e albicocche per reintegrare il potassio mentre anche delle spremute di limone possono aiutare ad eliminare l’acido lattico dall’organismo.
  5. Per prevenirne la comparsa, il consiglio è di fare sempre riscaldamento e stretching prima dell’allenamento e defaticamento e stretching dopo. Per evitare che compaia l’acido lattico esistono dei programmi di preparazione atletica mirata e personalizzata rispetto all’età, allenamento e massa magra.

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