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Stare seduti a lungo fa male al cervello

stare seduti fa male

Se non credete che stare seduti sia una delle peggiori cose che possiamo fare per la nostra salute, un nuovo studio dovrebbe chiarire ogni dubbio persistente. La ricerca ha scoperto che sedersi non è solo un rischio per la salute fisica ma porta persino rischi neurologici. Lo studio di UCLA ha rilevato che le persone più sedentarie presentano un assottigliamento nelle regioni del cervello legate alla memoria e anche l’esercizio fisico non sembra annullare gli effetti di questa cattiva abitudine e, cioè, stare troppo seduti.

Il team ha esaminato le relazioni tra stare seduti, fare attività fisica e lo spessore del lobo temporale mediale, così come quello delle sue sotto aree, che è coinvolto nella formazione della memoria. I partecipanti, di età compresa tra i 45 e i 75 anni, hanno risposto a domande su quanto tempo avevano passato seduti in media nell’ultima settimana e quanta attività fisica avevano svolto con intensità bassa, media e alta. Sono stati coinvolti nella misurazioni di alcuni parametri fisici, sottoposti a test per le varianti del “gene dell’Alzheimer” (APOE). Infine, i cervelli dei partecipanti sono stati scansionati con la risonanza magnetica per misurare lo spessore delle regioni nel lobo temporale mediale.

Come accennato, il tempo trascorso seduto era significativamente correlato con un minore spessore nel lobo temporale mediale e, in alcune aree al suo interno, tra cui la corteccia entorinale, la corteccia paraippocampale e il subicolo. È interessante notare che non è emersa una correlazione tra l’esercizio fisico e lo spessore di queste aree del cervello, un’evidenza che suggerisce come l’attività fisica non può annullare il danno causato dall’eccessiva sedentarietà. Gli autori della ricerca scrivono nel loro articolo: “è possibile che il comportamento sedentario possa prevedere nel modo più significativo possibile la struttura del cervello, in particolare dello spessore del lobo temporale mediale e che l’attività fisica, anche a livelli più elevati, non sia sufficiente a compensare gli effetti dannosi dello stare seduti per lunghi periodi di tempo. “Non è stato riscontrato un legame tra lo stato dell’APOE e lo spessore nelle aree del cervello interessate.
Lo studio è importante per un paio di motivi. Il primo è che: il comportamento sedentario è noto per essere un predittore del rischio di Alzheimer. In effetti, il team sottolinea che studi precedenti hanno calcolato che circa il 13% dei casi di Alzheimer può essere dovuto all’inattività e che persino una riduzione del 25% del comportamento sedentario ridurrebbe la prevalenza dell’Alzheimer di circa un milione di casi in tutto il mondo. Studi precedenti hanno anche suggerito che un maggior numero di ore trascorse da seduti potrebbe essere legato a prestazioni cognitive peggiori, che potrebbero essere classificate come sintomi di cambiamenti esistenti nel cervello stesso. Ecco che il nuovo studio descrive bene i cambiamenti neurologici che illustrano bene tali connessioni.

La ricerca suggerisce anche che: ridurre la quantità di tempo seduti rappresenta un obiettivo perseguibile da associare all’immancabile esercizio fisico. Questa indicazione vale sia per la salute fisica, sia per la salute del cervello.

[Traduzione da Forbes, articolo di Alice G. Walton]